Letteratura latina _11:Si vis pacem para bellum

Letteratura latina _11

Posted by Massimo Meridio On martedì 27 marzo 2012 0 commenti

L'età dei Flavi e di Traiano (69-117 d.C.).

Fu questa l'età di massima espansione dell'impero e insieme l'età in cui la forza vitale delle province supera quella dell'Italia, in cui il Senato era ormai largamente provinciale e in cui da un lato crebbe l'apporto culturale delle province romanizzate e, dall'altro, si fece più marcata l'indipendenza della cultura latina da quella greca. Sul piano politico i Flavi valorizzarono la centralità, in crisi, dell'Italia e stabilirono un rapporto meno conflittuale col Senato (con l'eccezione di Domiziano), sicché si preparò il passaggio al principato elettivo (scelta temporanea) con Traiano.
Dopo l'anarchia dell'anno 69 d.C., Vespasiano riorganizzò lo stato e favorì un'opera di restaurazione culturale, che consisteva nell'assegnare una preminenza e una funzione di modello agli scrittori dell'età classica, quella di Cesare e di Augusto. In particolare, divennero punti di riferimento incontrastati Cicerone per la prosa e Virgilio per la poesia. A Virgilio guardarono una serie di narratori in versi quali Valerio Flacco, Silio Italico e Stazio. L'opera di quest'ultimo, e soprattutto la Tebaide, ebbe una particolare fortuna nel Medioevo, anche per la sua ortodossia virgiliana sul piano linguistico.
Grande importanza per la restaurazione del gusto classicista ebbe, con il suo trattato Institutio oratoria (Istituzione oratoria), Quintiliano (nato in Spagna), il primo retore a ricoprire una cattedra a spese dello stato. Con lui prese avvio quella canonizzazione di Cicerone, sul piano del gusto linguistico e retorico, che sarebbe durata per secoli, attraverso l'Umanesimo fino, nella sostanza, all'insegnamento attuale del latino nelle scuole superiori. Grande erudito e maestro della prosa scientifica e didattica fu Plinio il Vecchio, la cui Naturalis historia (Storia naturale) svolse un ruolo enciclopedico fondamentale per generazioni e costituisce per noi una fonte ricchissima di notizie altrimenti perdute. Il nipote Plinio il Giovane è autore di un raffinato epistolario, il più importante, per l'informazione e l'abilità letteraria, dopo quello ciceroniano, al quale per vari aspetti fa riferimento.

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