Letteratura latina _21:Si vis pacem para bellum

Letteratura latina _21

Posted by Massimo Meridio On martedì 27 marzo 2012 0 commenti

PETRONIO:

A Petronio viene attribuita un opera narrativa , mista di prosa e versi riprendendo lo stile della satira menippea, intitolata Satyricon. L’attribuzione dell’opera a questo autore viene lungamente dibattuta: Tacito delinea il ritratto di Petronio efficacemente in quanto la descrizione corrisponde agli orientamenti e ai gusti dello scrittore, inoltre in vari passi del Satyricon alcuni dati precisi riportano all’età di Nerone.


Satyricon:

La vicenda è narrata in prima persona da un giovane di nome Encolpio che racconta di un viaggio fatto in compagnia di Gitone, di cui era innamorato. Encolpio ha un rivale nell’amore per Gitone, il giovane Ascilto, che insieme a loro vive di espediente nei bassifondi di Napoli o Pozzuoli. I tre incontrano una donna di nome Quartilia, sacerdotessa del dio della fecondità e della sessualità, che li accusa di aver violato i principi del suo dio e li obbliga a partecipare ad un orgia per rimediare al sacrilegio. In seguito partecipano ad una cena nella casa di un ricco liberto, Trimalchione, insieme ad Agamennone. Trimalchione viene descritto come colui che ostenta un lusso pacchiano da cui Encolpio è disgustato. Dopo la cena i tre litigano e Gitone lascia Encolpio per Ascilto. Così Encolpio incontra un vecchio letterato e avventuriero, Eumolpo, il quale ci offre una descrizione in versi della presa di Troia. Encolpio ed Eumolpo diventano compagni di viaggio e ritrovano Gitone, insieme al quale vivono rocambolesche avventure, complicate dalla gelosia di Encolpio che scopre in Eumolpo un altro rivale nell’amore per Gitone. Poi la vicenda si sposta a Crotone dove Eumolpo si finge un vecchio danaroso ed Encolpio e Gitone i suoi servi. Nell’ultima parte Encolpio diventa impotente per la collera del dio Priapo e cade vittima dell’ira di una ricca amante. Encolpio prova a recuperare la virilità anche con la magia ma non riesce. Alla fine nel testamento scrive che i suoi eredi potranno usufruirne solo se faranno a pezzi il suo corpo e li mangeranno in pubblico.

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