Letteratura latina _20:Si vis pacem para bellum

Letteratura latina _20

Posted by Massimo Meridio On martedì 27 marzo 2012 0 commenti

Le tragedie

Sono tutte basate sullo scatenarsi di passioni rovinose, che sono il motore delle disgrazie che affliggono i personaggi. Da un lato la ragione, arppresentata da personagi minori ed ignorati, dall’altro il furor, che ha una rilevanza ben superiore alle reali esigenze del genere tragico. Seneca enfatizza i tratti negativi per renderli moniti invalicabili, fortissimi esempi negativi. Indugia anche su elementi cruenti e patetici, come era uso in Grecia e come attestato nella letteratura latina con Lucano.

L’Apokolokyntosis

E’ una satira menippea (con mescolanza di versi e prosa) dove Seneca dà sfogo al suo odio per Claudio. L’interpretazione del titolo è discussa : "trasformazione in zucca", "deificazione di una zucca" o forse una struttura idiomatica tipo "infinocchiare". L’autore mostra una volta ancora la sua abilità nel giostrarsi tra diversi registri e livelli linguistici, sempre mantenendo una caustica ironia e una verve mordente.

LUCANO:

L’unica opera che ci è pervenuta di Lucano è il Bellun civile, rimasto incompiuto per la sua morte. Il progetto originario prevedeva 12 libri come l’Eneide, ma l’opera si interrompe al decimo. Dopo il proemio, l’autore scrive l’elogio a Nerone, delinea i ritratto di Cesare e Pompeo, narra gli eventi del Rubicone fino alla congiura contro Cesare, sedotto da Cleopatra, narra la battaglia di Farsalo, in Tessaglia, e la sconfitta di Pompeo, che secondo Lucano è il punto di partenza per l’eliminazione della libertà repubblicana e l’accentramento del potere nelle mani di un solo individuo. Nel poema Lucano delinea le cause della guerra distinguendole in: sovra storiche, contingenti, sociali e morali. All’interno della parte dedicata alle cause contingenti sono inseriti i ritratti paralleli e contrapposti dei due contendenti, Cesare e Pompeo. Pompeo , viene descritto come un anziano avido di fama e viene paragonato ad un a quercia destinata a cadere ai primi soffi del vento, simbolo di un eroe in declino. Cesare, invece, viene paragonato ad un fulmine per la sua incapacità di stare fermo e di essere un abile condottiero “energico e indomabile”, questa similitudine ha, però , una connotazione negativa poiché da l’immagine del terrore che suscita Cesare al suo arrivo.

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