Letteratura latina _7:Si vis pacem para bellum

Letteratura latina _7

Posted by Massimo Meridio On martedì 27 marzo 2012 0 commenti

Obbediscono entrambi e, mentre gli dèi (li) precedono, sostengono le membra con dei bastoni, e, lenti a causa degli anni senili, si sforzano di muovere i passi attraverso il lungo pendio. Erano lontani dalla vetta tanto quanto può percorrere una freccia lanciata una sola volta: volsero
[=volgono] gli occhi e vedono che tutte le altre cose (sono) sommerse da una palude, (e) che solo la loro casa rimane (risparmiata dalle acque). E mentre osservano con meraviglia queste cose, mentre piangono le sorti dei loro (vicini), quella vecchia casa, piccola anche per i (suoi) due padroni, si trasforma in un tempio: ai puntelli forcuti subentrarono [=subentrano] delle colonne, le paglie (della copertura) diventano gialle, e si vedono i tetti ricoperti d’oro, e le porte cesellate, e il suolo rivestito di marmo. Il figlio di Saturno [=Giove], con voce gentile, disse allora tali cose: «O vecchio giusto e
(tu), donna degna di un giusto marito, dite (pure) che cosa desiderate». Dopo essersi consultato brevemente con Bàuci, Filèmone manifesta ai celesti la (loro) comune decisione: «Chiediamo di essere sacerdoti e di custodire i vostri templi [=il vostro tempio], e, poiché siamo vissuti per (tanti) anni in armonia, la stessa ora porti via entrambi, e (io) non veda mai le tombe [=la tomba] di
mia moglie, né lei debba seppellire me [lett. “né (io) sia da seppellire da lei”]». L’esaudimento segue le preghiere. Furono la custodia [=custodi] del tempio, finché fu (loro) concessa vita; (poi), sfiniti dagli anni e dall’età, mentre per caso stavano in piedi davanti ai sacri gradini e raccontavano le vicende del luogo, Bàuci vide che Filèmone metteva fronde, il più vecchio Filèmone (vide) che Bàuci metteva fronde. E mentre cresceva già una cima (d’albero) sui (loro) due volti, finché fu possibile (essi) si scambiavano [=si scambiarono] reciproche parole, e dissero simultaneamente «Addio, o consorte», (e) simultaneamente un arbusto intessé le (loro) bocche, (ormai)
nascoste [=coprì e ricucì le loro bocche]. Ancora oggi, in quel luogo, l’abitante di Tino mostra i (due) tronchi vicini (originati) dal (loro) doppio corpo [=dai loro due corpi].

0 commenti:

Posta un commento