Letteratura latina _14:Si vis pacem para bellum

Letteratura latina _14

Posted by Massimo Meridio On martedì 27 marzo 2012 0 commenti

Fedro:

Scrisse sotto gli imperatori giulio-claudi. Fedro è il principale rappresentante di un genere minore, la favola, che introduce per primo nella letteratura latina.  Nato in Macedonia, arrivò a Roma da bambino molto probabilmente come schiavo. E’ probabile che sia stato un liberto di Augusto e che, come molti liberti di madrelingua greca, si sia dedicato all’insegnamento. Da ciò si suppone che la sua produzione sia iniziata proprio dall’esercizio della professione, in quanto le favole, sia in Grecia che a Roma, venivano usate come libri di testo nelle scuole. Fedro non ottenne né fama né ricompense per la sua produzione, ma per contro venne perseguitato da Seiano, ministro di Tiberio, che urtato da alcuni componimenti satirici, lo fece processare e condannare con un’accusa pretestuosa. Ci sono pervenuti cinque libri d favole scritte in versi per un totale di un centinaio di componimenti.
La favola: caratteristiche dell’opera
Il modella a cui Fedro si ispira è Esopo, uno scrittore greco che gli antichi consideravano l’iniziatore della favola letteraria e grazie al quale la favola divenne un vero e proprio genere letterario a sé stante, costituto da brevi racconti di fantasia, dotati di un significato pedagogico e morale. Essi proponevano infatti modelli di comportamento positivi o negativi, esemplificavano massime e proverbi, esprimevano una visione della vita ispirata ad una saggezza tipicamente popolare, non senza spunti di critica sociale e di protesta degli umili e dei deboli contro i prepotenti e i potenti. La forma più caratteristica della favola esopica è quella dell’apologo animalesco, che ha per protagonisti gli animali parlanti, raffigurati secondo una tipologia convenzionale che li rende simboli trasparenti di caratteri e di atteggiamenti umani. La tradizione esopica comprendeva però anche storielle di altro tipo, tra cui una serie di aneddoti relativi all’autore stesso. L’opera di Esopo era in prosa.

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