Ciascuno ha fissato il suo giorno. (X, 467).
Stat sua cuique dies.
Ogni difficoltà è vinta dall'aspro lavoro, e dal bisogno che incalza nelle dure vicende. (I, 145-146).
Labor omnia vincit | Improbus, et duris urgens in rebus egestas.
Te, Lario grandissimo. (II, 159)
Te, Larii maxime.
O Benaco, che gonfi le tue onde e fremi come il mare. (II, 160)
Fluctibuset fremitu adsurgens, Benace, marino.
Salve, terra Saturnia, grande madre di grani e di uomini. (II, 173-174)
Salve, magna parens frugum, Saturnia tellus, | Magna virum.
Loda i grandi poderi, ma coltivane uno piccolo. (II, 412-413)
Laudato ingentia rura, | Exiguum colito.
O troppo fortunati agricoltori se conoscessero la loro felicità! (II, 458-9)
O fortunatos nimium, sua si bona norint | Agricolas!
L'amore per tutti è lo stesso. (III, 244)
Amor omnibus idem.
Ma fugge intanto, fugge irrecuperabile il tempo. (III, 284)
Sed fugit interea, fugit inreparabile tempus.
Il lavoro è tenue, ma darà non tenue gloria. (IV, 6)
In tenui labor, at tenuis non gloria.
Ma un dio penetra in ogni cosa, nelle terre e negli spazi di mare e nel cielo profondo. (IV, 221-2)
Deum namque ire per omnia, terrasque tractusque maris caelumque profundum.
Per la morte non c'è spazio, ma le vite volano e si aggiungono alle stelle nell'alto cielo. (IV, 226-7)
Nec morti esse locum, sed viva volare sideris in numerum atque alto succedere caelo.
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